Di punto in bianco non ho più risposte, quelle più tecniche, quelle più stupide, massì, che servono anche loro.
Non ho più nessun motivo per essere triste, arrabbiato, stanco.
Perché di punto in bianco, quasi senza accorgermene, ho capito tutto. Quel genere di tutto che ti travolge. E l'ho capito tardi, testardamente tardi.
E perché testardamente? Perché a volte non sai bene come costruire una frase, se la scrivi poi la cancelli, la rileggi, la cambi. Se ci pensi finisci per farlo troppo a lungo e ti scordi cosa volevi dire. Ti arrocchi sui ricordi, che inaspettatamente sono tanti, sono a colori e non potrebbero essere diversi da come sono.
Pensi ai mesi passati in fretta, troppa addirittura, che non hanno lasciato quasi nulla sulle mani, fortunatamente nulla è stato spostato dal cuore. Dalla testa, il problema più grande adesso. E lo sai anche tu, anche tu che magari ti stai arrotolando l'ennesima sigaretta.
Di punto in bianco mi son trovato a parlare di inventario, di planogrammi, di vaffanculo e caffè, di costumi, di intimo, color borgogna, il color borgogna accidenti. E sorridere di tutto quello che fra di noi veniva detto. Accidenti se il tempo passa veloce. E mi pare ieri che c'era Torino che ci conteneva, il sole dopo la pioggia, un corso dopo l'altro in azienda. Tu che mi parli del meal da preparare, io che sono più da pane e salame, le ferie, il sole di Sardegna, le tue foto con le ustioni, occhi chiari e fossette, una birra gelata.
Di punto in bianco fa male la testa, vicino al cuore.
Adesso ho solo un po', tanta confusione in testa. Ho pensato male, poi bene, poi male e rileggo le nostre chat e ascolto i tuoi silenzi. Strani. Come tutta questa storia, Ale.
Chissà dove sei adesso, ho guardato invano il cielo per vedere se a San Lorenzo almeno passavi a salutare.
Di punto in bianco devo voltare pagina, devo mettere via cose, oggetti, foto, i colori borgogna.
Ho mal di testa vicino al cuore Ale. Mi manchi, accidenti.
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