Prendi il posto mio

A gennaio la notte l'acqua appare più scura. L'aria come l'acqua è fredda, carica di un umido pungente.
Questa notte di gennaio nonostante tutto sembra immobile. Nonostante la situazione.
Il pensiero va alle luci sul profilo dell'isola, non sembrano lontane eppure la situazione le fa sembrare ancora più lontane. 
Giuseppe sente le sue bacchette in tasca, compagne di viaggio, di vita, amuleti dei suoi trent'anni. È in silenzio al suo posto. È seduto e ripensa ad Alberobello, Puglia, trulli e ulivi, campagna. Terra in cui puoi correre, costruire.
"Ma non sai nuotare, perché vuoi lavorare sulle navi?"
Giuseppe scuote la testa piena di lunghi ricci neri, sorride. 
Suona la batteria, è bravo e certe occasioni devi saperle cogliere. Suonare sulle navi da crociera, nel bacino del Mare Mediterraneo poi. "Non può succedere nulla di male e poi oggi le navi hanno tutte le strumentazioni necessarie per prevenire ogni problema. E ci sono le scialuppe per tutti."
Chissà, forse è questo il pensiero che lo accompagna mentre aspetta seduto nella scialuppa che questa scenda e si allontani verso le luci. Luci che aumentano ad ogni minuto che passa mentre attorno alla zona delle scialuppe la luce diventa intermittente e l'unico strumento che Giuseppe sente suonare è un insieme di sirene.
Il suono delle sirene, cadenzato, violento,accompagna urla, richieste, parole. L'acqua è scura e immobile. Giuseppe pensa che una volta arrivato sull'isola chiamerà a casa per tranquillizzare la famiglia. Ripensa.
"Ma se non sai nuotare perché lavori su una nave?"
Sorriso timido, sorriso sincero. Stringe le bacchette.
L'acqua che sta entrando nella nave è in movimento, è una massa liquida che si sposta massiccia. È composta da onde, maree, onde; è entrata nella nave in maniera violenta, cattiva.
La nave si spegne di colpo, la batteria di Giuseppe si ferma all'improvviso, lascia spazio a sirene, voci che invitano a mantenere la calma, luci che si accendono e spengono.
Giuseppe sa che fra poco toccherà il suolo dell'isola del Giglio e forse cambierà lavoro, location almeno.
La grande nave si sta sempre più adagiando su un fianco dopo essersi spenta ed essersi girata e posta in balia del mare. 
Fa freddo al largo dell'isola del Giglio la sera del 13 gennaio 2012. La nave per tutta una serie di errori e incomprensioni sul ponte di comando ha impattato con gli scogli, che punteggiano il mare al largo del Giglio e adesso si sta lentamente inclinando su quella massa enorme di acqua fredda e scura.
Pensa Giuseppe al momento in cui la scialuppa toccherà il mare, spera che punti subito il porto del Giglio che lui non sa nuotare, ha freddo, non vuole finire in acqua.
Sente le ultime voci sovrapporsi sul ponte: quella in cui sta seduto è l'ultima scialuppa.
Antonella stringi a sé i figli. È sul ponte che osserva l'ultima scialuppa disponibile prepararsi a lasciare la Costa Concordia. Stringi a sé i figli più che può. Sa che mentre la nave li spingerà gradualmente verso la superficie fredda e scura del mare dovrà attendere i soccorsi e restare a galla. Antonella alza lo sguardo sulla scialuppa, i figli stretti a sé.
Giuseppe guarda verso il ponte, ci sono ancora alcune persone in attesa, donne e bambini. Stringe le bacchette mentre si alza, parla con il responsabile della scialuppa, sorride, ritorna sul ponte.
"Prendi il posto mio!"
Antonella non capisce subito, osserva i riccioli neri, tanti, voluminosi, il sorriso gentile che stona nel contesto di un naufragio.
Giuseppe si appoggia ad una parete, stringe le bacchette, è vestito di nero.
Antonella si siede, stringe più forte i piccoli, guarda quel ragazzo vestito di nero. La scialuppa scende, arriva al mare, arriva al Giglio. Il mare sceglie per tutti gli altri rimasti sulla nave.
Giuseppe Girolamo finirà risucchiato nella pancia della nave e verrà ritrovato solo mesi dopo.
Sapeva, Giuseppe, che lasciando il proprio posto sulla scialuppa ad Antonella e i suoi due gemelli non sarebbe sopravvissuto. 
"Perché tu che non sai nuotare lavori su una nave?"
Ecco, forse Giuseppe avrebbe sorriso e non avrebbe risposto.
Forse invece era il suo destino, quello di essere ricordato per sempre da Antonella, dai propri cari, da chi ne ha letto le gesta.
Come un Eroe silenzioso.
Nel 2022 il Quirinale gli conferì la medaglia d’oro al valor civile per il suo gesto eroico.
Sorriderà per sempre ora, con le bacchette in mano e una cascata di capelli neri e ricci.
Giuseppe Girolamo da Alberobello.




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