L'evoluzione della guerra

Esiste la parola fine? No, non sembra perché nessuna delle parti coinvolte la vuole davvero.
Forse analizzando i fatti si tratta di vendetta, di operazione fatta ad arte per ricostruirsi una reputazione compromessa ormai da un anno.
C'è un popolo che adesso, da ieri, all'interno di un autentico inferno, raso al suolo, senza scuole o ospedali che adesso è preso di mira in manieta chirurgica in mezzo al proprio mondo, al proprio quotidiano. In un nuovo orizzonte di guerra.
In mezzo alla gente che non c'entra nulla con servizi segreti, guerra, attentati.
Bambine, generazioni che non dovrebbero mai essere associate a guerra, drammi, attentati.
Il discorso scivola sempre sul conflitto israelo-palestinese, sulla nuova, gravissima deriva tecnologica che il conflitto ha preso, sul passare ad annientare senza diffetenza Hamas ed Hezbollah. Striscia di Gaza e Libano.
Entra pesantemente in gioco il Mossad, il servizio segreto israeliano, pesantemente compromesso con il raid di Hamas il 7 ottobre 2023.
Non sono stati lanciati missili, che comunque continuano a sorvolare i cieli medio orientali (Iran, Houthi, Libano fino alla Siria) ma sono entrati in scena, pesantemente, gli hacker, un mondo rinchiuso nel profondo blu della rete. Uno step drammaticamente efficace perché sono bastati pochi istanti, davvero pochi istanti, per colpire qualcosa come 4000 persone attraverso il proprio cercapersone.
Cercapersone che riporta ad un periodo lontano, ante cellulare.
Israele per bocca del suo controverso premier Netanyahu aveva ampiamente dichiarato che la parola pace non poteva essere contemplato. Anzi, lo stesso premier ha dichiarato ampiamente di voler espandere le zone di guerra in altre aree medio orientali. Detto e fatto come dimostra la folle rappresaglia libanese.
E la fine si allontana inesorabile e atroce.
Il Mossad messo sotto accusa per gli effetti devastanti il 7 ottobre dello scorso anno passa al contrattacco informatico. Hezbollah con i cercapersone, mezzo ante cellulare per rintracciare una persona, pensava di sfuggire al controllo in rete essendo questi mezzi privi di SIM e non tracciabili con le celle telefoniche. Un mezzo ideale per sfuggire al contrattacco israeliano, un mezzo efficace per tenere vivi i contatti fra gli appartenenti alla fazione palestinese.
Non si è fatto il conto con il mondo hacker che si sposta nell'ombra, si sposta seguendo il denaro, servizio al soldo di chi paga. 
Immaginate di essere al mercato, in mezzo a centinaia di persone che non conosci, a competare frutta, pane, latte per riuscire a supetsre la giornata. 
Immaginate di tenere per mano vostra figlia, vostra nipote, vostra moglie o madre. In tasca il cercapersone, piccolo, innocuo, provo di SIM. Nei giorni precedenti l'attentato ne sono stati consegnati migliaia, nuovi. Quasi nel silenzio.
All'improvviso suona. Una, due volte, la terza non suona più, esplode, lacera, ferisce, uccide. In contemporanea suonano, esplodono, lacerano, feriscono, uccidono 4000 cercapersone. 
E la conta di morti e feriti inizia, drammatica, veloce, tragica.
E muoiono probabilmente terrosti, anziani, donne, uomini e due bambine. La maggior parte sicuramente innocente, nel posto sbagliato nel momento sbagliato.
Israele applaude, il Mossad recupera parte di quella reputazione compromessa. All'Occidente rimangono le immagini, i dubbi, le paure. Non sembra nulla vicino; non trattative, non cessate alle armi. Nulla.
I palestinesi piangono centinaia di morti e feriti, Netanyahu non Israele, sorride, consapevole che finché c'è questa guerra la sua carriera politica prosegue. L'Occidente si indigna, non può accettare né capire.
Si lasci da parte la dinamica da film di spionaggio che ha portato ad una mole enorme di esplosioni e obiettivi colpiti, resta un senso di angoscia per tutto quello che sta succedendo senza poter solo intravvedere la parola fine.
Pace.
Non si vede ...



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