Troppe verità

Troppe verità creano confusione e rendono indefinibile ogni confine. In qualsiasi altra situazione, anche in un altro momento storico forse tutto farebbe sorridere, ora no forse perché è l'ennesimo colpo di scena politicamente sbagliato.
In questo fine settimana settembrino in cui il caldo molla un po' la presa la scena la ruba Roma, la capitale. I protagonisti sono gli stessi da qualche giorno ormai,  quelli che hanno monopolizzato breaking news e carta stampata. Sono un uomo ed una donna, un ministro della Repubblica ed una imprenditrice. 
Fino a qui nulla di nuovo forse anche nulla di strano. Sono entrambi adulti, consenzienti, persone che collaborano stretti stretti, che il rapporto passi da professionale ad affettivo è in certo senso possibile. Però ci sono da fare dei distinguo nello specifico. 
Una storia, storiaccia o storiella ognuno la traduca come vuole, che occupa da giorni l'attenzione di stampa e politica. Politica che significa direttamente Palazzo Chigi.
C'è sul tavolo della questione una nomina a consulente all'interno di un ministero specifico per un'imprenditrice che col senno di poi si muove all'interno del Palazzo con occhiali simil spia (per carità, disponibili sul mercato per chiunque li desideri).  C'è una serie di accuse reciproche ministero ed imprenditrice su chi ricatta e chi è ricattabile, su chi ha pagato e chi no. E se è vero, chi ricatta chi e perché?
Inevitabilmente giornali ed elettori aspettano il giorno dopo le novità che escono da questo calderone a tinte rosa. Ci sono delle dimissioni presentate al Presidente del Consiglio e da questi rifiutate con cartellino giallo però e obbligo di esternare agli elettori la storia e la storiella.
C'è il dubbio di una signora bionda che dove non si può, ma proprio per ovvie ragioni di Sicurezza davvero non si può, filma stanze e documenti con occhialini da intrigo internazionali. Cui abbina poi accuse verso terzi sulla ricattabilità del ministro.
Questo è il punto: entrambe le parti, stanti le dichiarazioni rilasciate piuttosto liberamente e leggermente, dovrebbero rivolgersi agli organi preposti, andare presso la Procura della Repubblica e fare un esposto, come anche chiedono le opposizioni e forse nel segreto delle stanze di Palazzo Chigi anche la Presidenza del Consiglio. 
A questo punto al netto del tradimento, della love story naufragata nel gossip e nella ripicca, l'inadeguatezza o meno del ministro, serve chiarezza. Da ambedue le parti in causa.
La politica è una cosa seria anche se ora (da qualche anno invero) pare essere scaduta a spettacolo.
Ecco, uno spettacolo bulimico che ci appassiona in fondo con la trama di un film pecoreccio degli anni '80 che rischia di mettere in crisi il governo, un governo che qualche bega più urgente da risolvere ce l'avrebbe, quello stesso governo che guida il paese. 
Che soluzioni trovare?
La più immediata e forse anche la più logica delle conseguenze è quella di un cambio della guardia al ministero e la presa di distanze dall'imprenditrice bionda la quale dovrebbe ora evitare di postare video e messaggi e chiarire il senso delle proprie dichiarazioni.
Troppo facile vero?


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