Autogol o scandalo?

Conflitto di interesse?
Un brutto clima attorno al Ministero della Cultura?
La verità in questa come in altre cose sta nel mezzo, certamente desta curiosità il fatto che la stessa situazione in ambito privato non si sarebbe palesata, quantomeno verrebbe gestita in modo diverso. Non per demerito anzi, quello non è in discussione, ma per correttezza e regolamento aziendale più o meno presente in modo uguale in tutte le aziende. Casi di parentela, rapporti personali si devono (sempre regolamento alla mano) discutere singolarmente dalle parti coinvolte.
In altri ambiti professionali probabilmente con funziona così, al netto delle polemiche del titolare del dicastero sopra citato. 
Non credo siano accuse mirate, figlie del "clima barbarico" attorno ai protagonisti ma piuttosto giuste alla luce dei fatti. Forse è altrettanto vero, se ne sarebbe dovuto discutere in anticipo proprio per tutelare competenze professionali e persone coinvolte.
Il supposto scandalo ha il suo incipit in una inchiesta televisiva della tv nazionale che indaga su incarichi ministeriali assegnati negli ultimi anni (6 anni per l'esattezza con ministri e direttori diversi si noti) al direttore del Maxxi, marito dell'attuale capo di gabinetto del Ministero della Cultura o meglio ex capo di gabinetto viste le dimissioni via mail presentate ieri. Il problema quindi qual'è e com'è se porta ad una scelta professionale così netta?
È di per sé una storia complicata perché sembra non essere circoscritta solo all'ambito politico ma che travalica nel personale e come tutte le vicende politiche che scivolano nel personale non appare mai limpida, super partes.
Da sicuramente l'idea di essere stata gestita male, al netto di trasmissioni vicine o meno a questo o quel governo, da tutte le parti in causa. Gestita male dal ministro in carica, dalla redazione giornalistica che fa uscire indiscrezioni sul caso prima della loro messa in onda. Forse anche gestita male dal capo di gabinetto e dal direttore del Maxxi. 
L'errore magari è nelle regole che non vengono applicate chiare nel settore pubblico come nel settore privato. Forse è un aspetto che in un futuro prossimo chi di dovere dovrebbe regolamentare con più cura.
Nel question time in Parlamento di ieri, mercoledì 23 ottobre sono emerse le distanze interne alla maggioranza di governo,  fra ministro e collaboratori, con l'ego del ministro stesso che esonda autocitandosi e applaudendosi, la vita privata dei singoli individui che viene messa in piazza come nelle peggiori chiacchere di paese.
L'inciviltà sta tutta nelle critiche gratuite alle scelte di vita privata delle persone, su questo non si discute, come non si discute che i meriti professionali vadano sempre riconosciuti al netto delle regole da rispettare.
Eventuali scelte inopportune fatte dal ministro, dal capo di gabinetto verranno ora esaminate, giudicate anche se necessarie, dal governo in carica che per ora sembra orientato a non ritenere nè un problema, nè uno scandalo quanto successo.
A noi elettori non resta che attendere le conclusioni di altri, come sempre, tenedo per noi alcune domande scomode magari.
Chi ha sbagliato in tutto questo? Se fosse un clamoroso autogol ministeriale?
E se fosse la spia di un bisogno di regolamentare diversamente nomine ed incarichi pubblici?


Commenti