E sono 1000 giorni di guerra nel cuore della vecchia Europa, Europa che osserva discutendo in silenzio quel che accade nel Donbass, a Kursk, in luoghi altrettanto apparentemente lontani.
I giorni di guerra fra Russia ed Ucraina sono ufficialmente 1000, giorni in cui l'UE si è divisa in tante piccole fazioni fra chi appoggia velatamente la Russia, chi l'Ucraina, chi si è mantenuto imparziale.
E mentre questi 1000 giorni sono passati spesso feroci, altre volte come giorni di attesa pieni d'ansia dall'altra parte del mondo è cambiato il vento politico mettendo in un angolo tutti i buoni propositi che potevano esserci durante l'amministrazione Biden. Dal 2025 l'amministrazione Usa avrà il volto e le idee del tycoon Donald Trump, notoriamente vicino a Putin e lontano da Zelensky e Nato. Soprattutto quest'ultimo aspetto è da tenere ben presente.
1000 giorni e spiccioli in cui Biden ha fatto poco o nulla, Putin e la Russia hanno continuato a bombardare senza tregua le province ucraine vicino al fronte, le città già annesse e notizia di questi giorni nuovamente la capitale Kiev.
In questi 1000 giorni anche Kiev stessa non ha fatto passi avanti verso una qualsivoglia tregua, un passo avanti verso quella pace che appare sempre più lontana. Questo anche prima dei 1000 giorni di guerra; più spesso sono stati chiesti aiuti economici, tanti, armamenti, altrettanti, ma poco altro è stato chiesto in termini di aiuti. Poco altro dalle altre diplomazie del mondo è stato fatto come se tutte le speranze di pace dopo gli iniziali viaggi in treno dei vari premier europei fossero lasciate all'America, quell'America dem che fino all'ultimo è parsa avere la testa altrove, non senza motivo, avulsa su se stessa, in quella corsa alla presidenza dissennata e puntigliosa come se tutti i destini del mondo dipendessero da quello. E in parte forse è vero.
Elezioni che hanno sancito il trionfo di Trump, la sconfitta di Harris. Il senso di paura per l'inevitabile abbandono da parte americana dell'Europa pressoché intera conscia di quale sia il punto di vista del neo presidente americano che vuole la fine della Nato, vuole che l'Europa pensi a se stessa e di conseguenza a Kiev. Rimane ancora molto da definire ma qualcosa già si intuisce.
I 1000 giorni di Kiev e di Mosca sembrano destinati ad andare avanti con altri missili, bombe, invasioni reciproche. Almeno fino a gennaio quando il tycoon americano telefonerà al mondo con tutti i crismi dell'ufficialità.
Una telefonata che il mondo intero aspetta.
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