Tregua da attesa o tregua reale, definitiva?
Netanyahu annuncia l'inizio della tregua nel conflitto fra l'Idf di Tel Aviv ed Hezbollah in Libano, nel Libano bombordato da giorni nel secondo fronte di guerra israeliano.
L'annuncio della tregua è stato accolto nel sud del paese con caroselli festanti di auto e moto. Il fronte libanese del conflitto ha coinvolto non solo Israele e le milizie di Hezbollah ma anche i caschi blu del contingente Unifil, presenze storiche nell'area. Più di un incidente o attacco premeditato da parte di entrambe le frazioni che ha portato una volta di più il mondo sull'orlo di un nuovo conflitto mondiale.
Netanyahu ha deciso di concedere una tregua che sembra a tempo con buona pace dei tanti libanesi che l'hanno accolta con i caroselli festanti. Una tregua che pare vincolata a quanto accadrà a gennaio 2025 a Washington quando l'amministrazione Usa sarà in mano al neo eletto presidente Trump. Una tregua che segue la richiesta di un nuovo mandato d'arresto internazionale dello stesso Netanyahu e dell'ex ministro della difesa Gallanti, defenestrato proprio in questi giorni dal premier israeliano.
Hezbollah in rapida successione ha visto decapitare tutti i vertici che si sono susseguiti a Nasrallah. Sul fronte libanese quindi il conflitto pare essere momentaneamente chiuso per volontà di Tel Aviv. Resta l'incognita dell'ombra lunga iraniana che ancora sembra muovere i fili delle milizie di Hezbollah.
È una tregua con tante incognite, lunghe zone d'ombra che non possono non mettere in allarme l'Occidente.
A Gaza però la stessa politica israeliana non sembra realizzarsi, anzi. L'Idf non molla la morsa sulla Striscia, Hamas annuncia di non voler deporre le armi.
Tregua. Tregua a metà. Tregua di attesa.
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