L'albero di Natale è acceso, luci ad intermittenza bassa, delicata, quasi a non voler dare fastidio. Non più di tanto almeno. Il calendario segna che è il 25 dicembre 2024, giorno di Natale, pranzi in famiglia post cenoni, regali un po' aperti e un po' no, una sorta di nube pigra scesa sulle città in attesa che la giornata passi. E che passi almeno in maniera veloce ed indolore. Una giornata particolare, di festa forzata, di messaggini prestampati che iniziano sempre prima di mezzanotte, di telefonate che devono essere fatte. Anche se non ti piace il Natale, non ti piace avere più di due persone attorno, non ti piace il dovere essere per forza contento.
Quest'anno poi è un Natale che cerco di farmi scivolare addosso il più velocemente possibile. Ho già segnato in rosso alcune scadenze importanti da rispettare fino al giorno dell'Epifania poi finalmente sarà pausa, stop, un periodo di riposo. Nel mentre ascolto, leggo, osservo, il mondo che va avanti, quello che mi arriva dalla TV e quello più intimo e famigliare. Nessuno dei due quest'anno sembra foriero di buone nuove.
Osservo tutto quello che posso fuori dalla finestra come a voler fuggire dal presente, mi concentro sull'orizzonte, su due piccioni che hanno messo su famiglia nel sottotetto antistante, sulle nuvole che hanno messo il cappello alle montagne più a nord, sul telefono, sui rumori che provengono dalla cucina, dal piano di sopra, dalle scale, sullo schermo del tablet che rimane acceso sul divano.
E' arrivato anche questo giorno di Natale, ad un certo punto del mese di dicembre non ci speravo più, sembrava un appuntamento lontano e a tratti irraggiungibile. Sembrava soltanto, perché giorni vanno avanti veloci, troppo veloci e in un batter d'occhio sparecchio anche la tavola dopo la cena del giorno di Natale, saluto gli altri commensali che se ne vanno, ripiego la tovaglia, stacco la spina all'albero e tutto attorno è buio.
Il tempo corre, non aspetta, ha il suo ritmo e quasi non mi accorgo di essere andato di corsa a mia volta.
Sorrido pensando che al mio compleanno non manca molto, un mese e che sono 51, ormai oltre il limite della mezza età.
Lancio un film sul tablet che la sera lo richiede, un po' di svago e divertimento in fondo alla giornata di festa noiosa e un po' pigra.
Sorrido, ripeto le battute, riaccendo nel buio l'albero. Ascolto l'avvocato Covelli fare il discorso di Natale davanti alla famiglia e agli amici. Rido, approvo, condivido.
"E anche questo Natale se lo semo levato dalle palle!"
Sentenza. Fine.
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