Locomotive spente

Non ho molti ricordi in questo senso. Non ricordo andando a ritroso nel tempo un momento storico così complicato eppure sono nato e cresciuto in epoca di Guerra Fredda, dei due blocchi nei quali era diviso il mondo, eppure neanche li dentro ho memoria di momenti così difficili.
Come abbiamo fatto a ridurci così, a diventare cioè così precari?
Noi siamo la generazione post boom economico, quella hata comunque in circostanze di benessere o quantomeno di quietovivere. Siamo quelli senza pay TV, internet, on line. Noi siamo nati off line eppure sapevamo tutto del mondo, il telegiornale era l'unica fonte di informazione e ci faceva stare bene. Anche quando non erano buone notizie, anche quando erano notizie di crisi, di guerre, perché tutto pareva lontano, libero da vincoli di economia o politica. E così siamo andati avanti, diventando adulti, forse senza volerlo fino in fondo. 
Adesso clicco su una icona, lancio una news, un titolo e leggo.
Leggo e penso; Chernobyl, Afghanistan, l'ex Jugoslavia, così in ordine sparso. Arrivavano notizie, alle 13.30 o alle 20, non prima, non dopo. E si stava bene. Si spegneva e si andava avanti con la propria vita. 
Il mondo anche allora era pieno di guerre, di spie, un po' falso un po' vero, lontano e vicino al tempo stesso. Mentre cadeva governi, capi di stato, muri l'unica certezza a leggere le notizie era la Germania, quella dell'Ovest prima, quella riunificata dopo il 1989. C'era la certezza che tutto quanto accade a nel mondo a Berlino non si scalfiva nulla. Rimaneva la locomotiva politica di un continente che era una roccia. Friabile si scoprirà in pochi decenni. 
La Germania moderna nei miei ricordi, nei ritagli delle cronache era sinonimo di equilibrio e solidità politica, mai una crisi che abbia potuto mettere in crisi Kohl, Scröder, Merkel. Qualche rimpasto ad hoc, ad uso e consumo delle opposizioni, un paio di elezioni anticipate chiuse poi nel segno della continuità politica ma nulla che spostava l'equilibrio in senno al Bundestag.
Fino ai giorni nostri, fino ai tempi attuali forse sarebbe più corretto dire. 
Forse troppo è successo dentro e fuori i confini dell'ex a questo punto locomotiva d'Europa. Come se negli anni post caduta del Muro avesse covato un malessere strisciante soprattutto nei Länd, nelle amministrazioni, dell'ex Germania Democratica. Prima l'avanzata della marea nera, del consenso dell'estrema destra poi il dramma politico del Cancelliere Scholz oggi sfiduciato con all'orizzonte Gennaio e lo scioglimento del suo Bundestag. Forse le guerre che infiammano il mondo vicino a noi, alla Germania e l'equilibrio di collaborazioni, amicizie hanno fatto implodere il paese, in difficoltà politica e sociale.
Scholz sorride, si inserisce un po' forzatamente nel solco dei predecessori. Febbraio e la nuova tornata elettorale non sono più così lontane, giusto il tempo di aprire i regali e togliere i festoni.

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