Quello che si dice e quello che si fa

Se tregua deve essere che tregua sia, in Libano, a Gaza, in Siria, Israele. A 360 gradi. Una tregua che dia respiro, un barlume di luce in fondo al tunnel a migliaia di essere umani ormai ridotti alla fame.
Tregua quindi, annunciata quasi come qualcosa di incredibile, per voce del premier israeliano Netanyahu ormai privo di nemici in Libano, dentro quell'Hezbollah decapitato con operazioni protratte nel tempo. Nello stesso lasso di tempo in cui sulla sabbia delle spiagge della Striscia di Gaza si piantano tende sul fango, nel dolore e nel sud del Libano cadono missili sempre alla ricerca di complici, nemici, armi.
La tregua sembrava il perfetto miracolo di Natale, un impossibile ritorno alla normalità per tutti quegli sfollati che hanno dovuto lasciare casa, lavoro, affetti e andare altrove, nella speranza di sopravvivere prima ancora che vivere e un giorno tornare.
Vedere cortei festosi di libanesi tornare nella loro terra ha fatto credere che il momento tanto atteso della tregua e poi della pace fosse finalmente arrivato.
E' durato quanto un sospiro, un lampo. E subito sono ricominciati i missili, i razzi, le esplosioni e le colonne di fumo.
Israele che bombarda, che cerca un nuovo nemico, altri vertici da decapitare, da colpire mentre chi è rientrato nella propria terra non aveva più una casa, un lavoro, una vita. Quella di prima almeno.
E se la tregua sembra essere volata via a Gaza sembra non avere fine il genocidio in corso verso un popolo ormai allo stremo, ucciso nello spirito e nel cuore da più di un anno di guerra, perchè di questo si tratta: Genocidio e Guerra.
Mentre salta la tregua libanese, mentre continua il dramma di Gaza si allunga nuovamente l'ombra lunga della Jihad sulla Siria, con la lugubre bandiera nera sventolare sulle statue mozzate del presidente-dittatore Assad. Un salto all'indietro di alcuni anni quando tutto e tutti nell'area erano a rischio, quando su tutti i cieli coinvolti volavano aerei israeliani, iraniani, russi. Esattamente come oggi che tutto non è cambiato, che è rimasto drammaticamente uguale.
E che il Genocìdio continua sotto lo sguardo quasi indifferente dell'Occidente.

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