Caos verso sinistra

Una parentesi di riflessione interna diciamo.
Il mondo al di fuori dei patri confini sembra andare avanti lo stesso ovviamente, legato a filo doppio alle potenze del mondo, Usa e Cina soprattutto, per la Russia è in corso una lunga pausa.
Italia, quindi, affari interni. Politica interna come riflessione di lunedì 20 gennaio 2025 a poche ore dal nuovo giuramento del presidente eletto degli Usa Trump. Sotto gli occhi della nostra premier Meloni.
Ecco, mentre l'attenzione si sposta oltre oceano concentriamoci un po' per diletto un po' per necessità di mettere a fuoco quel che sarà del futuro che sarà, su PD; sul principale partito di opposizione, quello guidato oggi da Elly Schlein, quello stesso partito che sotto la guida della segretaria si dice sia passato dal 14% di preferenze al 24%, un passo avanti notevole in altri tempi ma che oggi che siamo nel 2025 spiega dove sia finito nell'ultimo decennio il PD, la sinistra italiana tutta.
E dire che all'alba della Seconda Repubblica sembravano maturi i tempi per dare vita, forse consolidare, ad un partito di governo, con un'ampia base di consenso.
Anche se l'ampia base di consenso aveva subito di volta in volta cambio di simbolo, di guida, di nome. Cambiamenti politici e di costume figli dei tempi quasi a voler cancellare qualsiasi forma di memoria storica del partito, di quella Sinistra grande e fragile al tempo stesso.
Ecco, la sua grandezza e la sua fragilità sono state sentenza e condanna.
Una grandissima opposizione alla Democrazia Cristiana, alla Destra, una storia sempre dalla parte di chi lavora, un appetito guida così grande che si è dimostrato fragile, incapace dello sprint finale, di dare la zampata definitiva alla Storia ed alla propria Storia.
Così come si sa non è successo, anzi. La Seconda Repubblica è stata la scintilla che ha dato inizio alla fine della Sinistra, almeno quella che può ricordare chi ha oggi fra i 50 e i 60 anni.
Oggi che è un lunedì di Gennaio, anzi il Blue Monday secondo recente leggenda metropolitana, si è chiusa una due giorni tenutasi un due luoghi diversi, con partecipanti diversi, tutti rappresentanti di movimenti e partiti incapaci di trovare un punto d'incontro comune.
Divisi fra chi propende per restare vicini al centro, chi si vuole spingere più a sinistra. Chi vuole tracciare rotte nuove.
Il problema per l'elettorato comune è capire con chi e dove andare. E chi ne sarà la guida.
La Sinistra è reduce da un ciclo elettorale molto difficile, ciclo nel quale ha visto prima aumentare il distacco dal Centro destra e poi dalla Destra poi recuperare lentamente qualche preferenza nel segreto dell'urna.
Storicamente, quasi in contraltare alla coalizione oggi di governo, per la prima volta il PD ha un segretario donna, Elly Schlein. 
Una svolta storica, un esponente politico emergente, giovane, donna appunto, di grandi speranze. 
Da Milano e da Orvieto oggi ne esce una Sinistra incapace di tracciare da sola la propria strada, vittima delle troppe anime che la compongono, eredi di quella che fu la Prima Repubblica.
Una Sinistra che guarda al centro, allo spazio oggi occupato da Forza Italia, ma anche ai Catto-Dem, ai Popolari. A figure quasi sconosciute ai più.
Le basi insomma non sono buone, no. C'è sempre qualcosa di troppo nella costruzione del futuro a sinistra, troppi protagonisti, troppi accordi da trovare.


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