Siamo l'Italia, uno stato sovrano, con un governo democraticamente eletto.
Ecco, questa è la base di partenza. Una buona base di partenza che dal secondo dopoguerra in poi ha fatto da guida al paese.
È fin quasi semplice nel concetto che esprime. Fra molti alti e bassi delle vicissitudini politiche interne ed esterne siamo sempre stati capaci di uscirne e ripartire daccapo. In fin dei conti noi siamo il paese di Leonardo, di Galileo, prima ancora siamo gli eredi della Roma dell'impero, degli etruschi, abbiamo una innata capacità di ripartire e reinventarci. In poche parole possiamo farcela da soli, abbiamo un paesaggio che il mondo ci invidia, cibo che è il migliore al mondo. Anche parlando di sport e spettacolo nonostante le critiche a volte gratuite dei sedicenti esperti primeggiamo, insomma non ci manca quasi nulla.
Nel nostro essere democratici forse ci manca la ragione, la capacità di analisi, di analizzare persone, offerte, occasioni.
E questo dato diventa più evidente oggi che in cima al mondo è stato incoronato re nuovamente Trump che in un batter di ciglia ha firmato emendamenti a 360° e ha mandato ministri, segretari, consulenti, azzeccagarbugli vari negli angoli del mondo a diffondere il verbo. Quello suo, personalizzato che non è democratico e forse non è quasi neanche da dittatore, più da lato oscuro della Forza, di una cattiveria innata.
Chiaro che il presidente Usa gioca con il proprio personaggio, con quello che attorno alla sua figura è stato creato e forse è questa la sua forza politica reale, ovviamente assieme ad un nutrito gruppo di sostenitori-amici frani più ricchi del globo.
Ecco, alcune frasi rilasciate alla stampa, alcune dichiarazioni d'intenti dette con il piglio giusto possono avere sui soggetti più deboli un appeal a volte pericoloso (gli emulatori a volte ingigantiscono problemi e problematiche), trovare un consenso inaspettato, quello capace di mandare a monte anni di sicurezza e solidità.
Succede in tutti gli ambiti, da quando si va a scuola eùa quando si continua poi nel mondo del lavoro; c'é chi influenza e chi si fa influenzare.
E succede che un mattino di gennaio del 2025 uno dei partiti democraticamente eletti rilascio una affermazione ad effetto, contro gli sprechi di denari pubblici; Italia via dall'Oms. Esattamente come qualche giorno prima aveva detto Donald Trump, che però e' americano, vive in America, ha i soldi americani e decide comunque lui.
L'uscita dall'Oms dopo che ne facciamo parte dal 1947 comporterebbe l'estromissione dai futuri piani pandemici, il taglio delle forniture di vaccini e visto che da una pandemia mondiale ne siamo usciti da poco non è un'uscita esattamente ben pensata. Soprattutto se viene da un partito di governo che urla contro lo spreco pubblico, che cerca di trovare complotti e ostacoli dove non ce ne sono. E soprattutto se questa "sparata" ecco chiamiamola così resta isolata in senno all'alleanza di governo.
Si diceva della capacità di influenzare i più deboli...
E sorvoliamo se si può su cravatte rosse e ponti, pontili e ponteggi di futura costruzione.
Siamo l'Italia, siamo un paese democratico, che davvero e mai come in questo caso è vero da la parola a tutti, che ha l'ingegno per inventare qualsiasi cosa, che ha le idee, che ha visto nascere Leonardo.
Non siamo il paese del copia e incolla, mal riuscito.
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