Elezioni e condanne

E fu così che per la prima volta da che ho memoria la Great America avrà come guida un Presidente con la fedina penale sporca. Un pregiudicato che assieme ad un discreto numero di reati ha raccolto i consensi necessari per occupare nuovamente la Casa Bianca.
Contraddizioni del mondo americano che a noi europei fanno sorridere forse ma che dovrebbero fare preoccupare perché il nuovo presidente ha formato, già pronto e già dato alla stampa, un governo a sua immagine e somiglianza, lasciando sul tavolo più di qualche dubbio su morale, serietà, onestà infine.
Meno prosaicamente il nuovo governo Trump è uno specchio fedele degli Usa di oggi e le "sparate" del tycoon su più situazioni globali da considerare dovrebbero fare preoccupare e non sorridere.
Un pregiudicato che guida la "più grande democrazia del mondo" (autocitazione americana) rappresenta il più grande dei controsensi perché si, la democrazia garantisce, dovrebbe, equità di giudizio a tutta la collettività ma con il rieletto Trump forse tutti questi convincimenti andranno incontro ad una revisione netta e radicale.
Ad oggi come in tutti gli stati liberi il voto delle urne è naturalmente quello che decide, la sovranità del popolo è sovrana, dovrebbe ma purtroppo il popolo nulla può sul dopo, su ministri, incaricati di governo, commissari. 
Trump in questa occasione pur con la condanna riesce ad uscirne ancora una volta vincitore, quasi che la sua fosse una battaglia contro la giustizia più che contro la sua accusatrice. Una condanna senza ammende finisce nell'archivio, quasi senza memoria.
Forse è il sistema elettorale e giuridico americano ad essere intricato ed inspiegabile per noi europei ma tant'è, il 20 gennaio 2025 giurerà il rieletto Presidente Trump, pregiudicato e presidente, una vittoria senza dubbio doppia per lui.
Con il giuramento del presidente inizierà ufficialmente la vita della nuova amministrazione e da quel momento in poi continueremo a vederne delle belle.
Sicuramente.



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