Capodanno 2025, esattamente.
Il sole tarda ad uscire forse complice una notte più lunga del solito, forse fatica ad oltrepassare i fumi residui dei tanti fuochi d'artificio esplosi nella notte di San Silvestro, chissà. E per una notte immagini di traccianti nei cieli ad illuminare notti sparse non hanno rimandato immagini di guerra; l'anno è iniziato temo per questo ci sarà purtroppo tempo e modo.
E' Capodanno, un giorno in fine dei conti anonimo, pigro, lento. Un giorno in cui non ti va di alzarti, non puoi farlo perché all'ora in cui solitamente inizia l'alba sei appena andato a dormire, magari non hai voglia di staccarti di dosso la pigrizia velata che arriva dopo giorni corsi a mille.
Ti limiti allora all'ora dell'alba a prepararti il caffè, rileggere il discorso del Presidente della Repubblica Mattarella che la sera prima è passato in TV forse troppo velocemente; è in fondo il giorno dei commenti degli addetti ai lavori, del Premier e dei Ministri. Nessuno di questi per altro indispensabile o richiesto dato che buona parte degli ascoltatori e' senziente e autosufficiente.
Capodanno 2025, quali propositi?
Forse parte dei vecchi, riproposti come una delle canzoni dei concerti di San Silvestro che ti riportano agli anni '80, forse '70, con le esibizioni su palchi sparsi lungo la penisola, quasi sempre su littorali, di artisti bravi ma imbolsiti, con addosso evidenti segni del tempo che passa e del botox che negli anni è subentrato.
Quindi vecchi propositi rimessi in moto e chissà quando e come si riusciranno a realizzare anche solo in minima parte. L'importante ora è segnarli, tenerli bene a mente, evidenziarli e sperare che non succeda nulla di male, nulla che ti impedisca anche solo di avvicinarti di un centimetro all'obiettivo.
Il caffè borbotta da dentro la caffettiera, il tablet notifica che il download è concluso, lo smartphone lampeggia per notifiche di connessioni, messaggio, chat aperte. Colazione sia quindi, pensando.
Che in fondo fra San Silvestro e Capodanno ci sono solo poche ore di differenza, che è una notte un po' più lunga delle altre, che i cieli si sono riempiti di PM10 forse alzando un po' il livello dell'inquinamento atmosferico, che le città, tutte ma proprio tutte, si sono riempite di dissuasori per evitare che assembramenti festanti potessero diventare bersaglio umani, di guerre sante e follia.
Si sono altresì riempite di ordinanze e divieti, di pattuglie, di appelli, di mercatini lasciati magari a metà nel vano tentativo di azzerare qualsivoglia rischio per l'incolumità delle persone. Ecco, questo in realtà è quello che lascia l'ultima notte dell'anno più che altro.
Festa in mezzo ai divieti.
Sorseggio il caffè, osservo la finestra, il sole non ne vuole sapere in questa prima mattina dell'anno. Nulla di nuovo in fin dei conti.
Nemmeno la coppia di piccioni che tutte le mattina tubano qualche minuto sul davanzale del mio terrazzo.
Anche oggi, li guardo, mi osservano entrambi con il collo piegato di quarantacinque gradi, tubano.
Buon anno.
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