Realizzare un sogno

Ho scritto un libro un paio di anni fa, non un testo che possa spostare convinzioni, equilibri, punti di vista, del mondo per carità. L'ho scritto per un desiderio intimo di ritrovare quelle fasi della mia vita che quando le ho vissute le ho vissute male, controvoglia, con la stanchezza di un bambino che aiuta in casa. Quelle situazioni che in realtà hanno cementato dentro i ricordi, i momenti, i profumi, i sapori, le espressioni del viso.
Avevo bisogno di sollevare il coperchio che teneva tutto chiuso, al riparo e di guardarci dentro dopo tanti anni, quando a mia volta sono diventato genitore, quando ho vissuto le difficoltà dell'essere genitore, quando ho dovuto farmi forza e quando ho dovuto darla e non sempre le due cose riescono facilmente per una fisiologica paura del risultato finale.
Ho scritto digitando forte sulla tastiera del mio PC o del mio tablet, più volte del mio smartphone, tutto quello che ho rivisto, che ho sentito, che ho vissuto in una situazione nuova, con i figli, in case diverse, in situazioni completamente nuove eppure così simili a quelle dei miei ricordi.
L'ho scritto che non ci credevo nemmeno io, come arrivare in abbondante età adulta e coronare un sogno che ti ha tenuto la mano tutta la vita. Ho trovato un editore che mi ha offerto prima ancora di un contratto la possibilità di realizzare qualcosa di mio.
Ho iniziato un processo lungo, così lungo che non credevo di riuscire a finirlo, a portare a termini impegni e scadenze. 
Ho scoperto un mondo nuovo, che da consumatore non ho mai considerato; le parole che ho messo su carta, su ebook, in rete, le conoscevo già, ho dovuto impararle a memoria, leggere e rileggere più volte le stesse frasi fino quasi a pentirmi di quello che stavo facendo in una sorta di pentimento tardivo e impossibile. Si, perché qualunque fosse la situazione un contratto in esclusiva per il mio testo era stato firmato e questo comportava diritti e doveri reciproci. 
Sono quasi arrivato ad odiare le mie parole, i miei ricordi, risotti e torte.
Era però un mio sogno e non potevo chiuderlo nuovamente, interromperlo sul più bello. Con i giusti aiuti esterni, i correttivi, le edizioni on line e un uso forse troppo prudente dei social il mio libro, il primo è diventato fisico, di carta, è entrato in libreria, in una vetrina, nelle case di persone, è piaciuto.
E osservarlo ogni tanto mi riportava indietro nel tempo e avanti allo stesso modo; pensavo a chi mi ha aiutato a realizzarlo, ai consigli ricevuti e ai ricordi. Non era nulla scontato, rimane un libro che parla di racconti personali, situazioni di contorno o vissute in maniera simile da coetanei e non, poteva anche risultare noioso.
Non ero sicuro fossero tutti finiti, i ricordi.
Figli e compagna e amici mi hanno aiutato a riaprire quella scatola e svuotarla per bene; dentro c'era ancora qualcosa e l'ho ritirata fuori. Un editore già c'era in fin dei conti, perché non provare ad inoltrare una seconda proposta?
Nell'anno dei 50 anni poi, magari sarebbe stato un no.
Questa volta ho scelto un termine preciso per far diventare cartaceo il mio secondo lavoro; Natale 2024.
Un po' strenna, un po' perché mi piaceva l'idea di un libro fotografato fra pacchi, luci, decori, piccoli sogni in fondo, realizzabili e non lontani.
Ho rimesso in moto ogni cosa dopo la risposta positiva del mio editore, dopo aver firmato il secondo contratto, dopo aver rimesso assieme ritagli, fogli Word, appunti. Ho coinvolto persone nuove nel mio progetto, ho spedito materiale PDF via mail, via Whatsapp: tutti i mezzi utili e possibili per fare arrivare il materiale e farlo leggere, giudicare, farmi consigliare sui correttivi. 
Un po' per piacere personale di coinvolgere persone relativamente nuove e non a conoscenza della situazione familiare che ho vissuto, un po' perché ho un lavoro che mi permette di vivere la mia vita e non potevo distrarmi più di tanto. All'orizzonte c'era settembre, l'ultimo trimestre dell'anno, quello che si chiude con il Natale.
L'appoggio di figli e compagna non è mai venuto meno, anzi. L'editore mi è sempre stato vicino e il secondo libro ha visto la luce nella sua dimensione cartacea nel caldo autunno del 2024.
Ho realizzato un altro sogno, ho chiuso un cerchio cercando di creare qualcosa che sia solo mio, frutto delle mie idee e del mio lavoro.
Ho solo il rimpianto di non averlo potuto "spingere" di più in questo Natale perché la vita a volte prende pieghe e salite inaspettate. C'é però davanti un nuovo anno, quindi tempo e modi per renderlo più visibile ci sono.
Ho scritto due libri, sono contento. Sono contento soprattutto perché scrivo.

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