Inauguration day avvenuto. A temperature polari.
È quindi il giorno 1 del Trump bis che inizia ufficialmente alle ore 12 del 20 gennaio 2025. Senza parata e senza giuramento al Lincoln Memorial, pazienza, una sala sufficientemente capiente per contenere gli 800 invitati vip e un'arena per ospitare i ventimila aficionados pronti a festeggiare con il tycoon.
E quindi cerimonia fu, cerimonia per milionari Hi-tech, sostenitori principali del presidente Trump che nel suo discorso di insediamento non ha usato il guanto di velluto, anzi. Parole critiche alla precedente amministrazione, parole e pugno o duro con immigrati, gang. Promesse di portare pace nel mondo a Medio Oriente al momento pacificato, di ricominciare a trivellare alla ricerca di gas, petrolio, territori da conquistare in nome dell'America nuovamente grande.
Insomma, l'ennesima replica di quanto detto in tutte le ultime conferenze stampa.
A sostenere il tycoon dall'Europa è giunta solo la premier italiana Meloni, forse in missione per conto di Von der Leyen. Sul vecchio continente resta la spada di Damocle della questione dazi sui quali Trump non sembra voler retrocedere.
Un'America che vuole tornare grande, cambiando a piacimento proprio nomi geografici (non più golfo del Messico ma golfo d'America). Promette di piantare la bandiera a stelle e strisce su Marte e ottiene il sorriso a trentadue denti e il pollice sollevato di Musk che probabilmente condivide col commensale Bezos il sogno di trasportare bello spazio persone e pacchi.
A ciglio alzato ed aria truce inizia il Trump bis, inizia un quadriennio di apparente età dell'oro sperando non si riveli una misera imitazione.
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