Domenica 23 febbraio. Cielo grigio, giornali che rilanciano per lo più due notizie su tutte: le condizioni di salute del Papà ricoverato al Policlinico Gemelli per una polmonite più ostica che mai e la premier Meloni collegata on line da Roma per l'ultima giornata della conferenza Cpac di Washington, dove tutto parla di Trump, di Musk e di Maga. E di braccia tese.
Ecco, la settimana si chiude con questo colpo di coda politico importante ma non importantissimo per l'America, ovviamente.
Parlare l'ultimo giorno di conferenza Cpac, convention di tutti i movimenti sovranisti, prima del presidente Usa Trump non ha regalato alla premier poca tensione in un momento già abbastanza teso; stare vicino a Trump e agli Usa senza staccarsi dalla UE, dalla Nato e da Zelensky. Presidente ucraino che in una settimana si è visto abbandonare dall'America nonostante sul tavolo possa mettere un argomento davvero pesante come le terre rare, risorse energetiche preziose che servono agli Usa e che forse chiuderebbero nel cassetto il progetto a stelle e strisce di invadere la Groenlandia, ma questo ora è un altro argomento.
Quindi, amelini in video call da Roma, cuce un discorso in cui riesce a non staccarsi da Bruxelles e da Washington senza citare l'invaso Zelensky e l'invasore Putin (nel corso della stessa settimana quasi purificato dalle parole di Trump). Un discorso da acrobata in un momento delicato che ha allontanato l'UE da una Washington troppo coinvolta in saluti in odore di estrema destra (da Musk uomo più ricco del pianeta a Bannon, ideologo trumpiano mai troppo velato nell'esternare le proprie idee), in battaglie contro la cultura woke, la stampa mainstream, l'inizio di una nuova età dell'oro di stampo trumpiano che chissà dove ci porterà.
La premier Meloni sa che all'Inter della maggioranza di governo ci sono due anime divise e distinte che la accompagnano: netto il dissenso per quanto detto e fatto da Bannon da parte di Forza Italia (e anche sulla guerra fra Ucraina e Russia le distanze con gli altri alleati sono pesanti), elogio pubblico e già social invece per la Lega, vero punto debole dell'alleanza di governo.
Mentre la premier partecipava alla conferenza Cpac consapevole degli impegni a breve termine che il paese in senno a G7 per i tre anni del conflitto russo-ucraino il 24 febbraio e sempre il 24 febbraio presso l'Oni dove si voteranno due diverse risoluzioni sulla stessa guerra.
Senza scordare di non perdere di vista l'equilibrio "ad elastico" con l'UE, mai come in questi giorni precario. Ha detto senza dire la premier e forse altra soluzione non c'era perché questo strano Risiko sembra appena cominciato e sembra destinato a proseguire ancora un po'.
Chiariti gli equilibri mondiali si deve rivedere l'equilibrio in senno all'alleanza di governo, mai come in questi giorni indecifrabili e per noi che votiamo incomprensibili.
E il Santo Padre?
Il Santo Padre è uomo dal carattere combattente dalla fibra forte ma l'età e lo stress della carica che ricopre stanno chiedendo un prezzo troppo alto anche per lui.
I giorni di silenzio e cure lasciano i fedeli attoniti nell'anno del Giubileo ma al tempo stesso non sembra improbabile una trama di alleanze per preparare la successione.
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