Terre rare e Risiko

Dazi e listini in rosso, le borse del mondo che tremano sotto le dichiarazioni del presidente Trump, della sua voglia matta di staccare la spina alla Nato, ai rapporti con il vecchio continente. All'UE che reputa dannosi i dazi nei rapporti con gli Usa.
Sul commercio le voci alte di Francia e Germania che sembrano, sembrano soltanto pronti alla guerra commerciale con gli Stati Uniti, dimentichi che ne può andare di mezzo la spesa per la difesa dell'Europa.
Inizio febbraio con venti di guerra commerciale, con la parola dazi fra le più ricercati sul web; attenzione però agli stessi dazi. Alla smania dei leader di aumentarli ce ne sono altri che li subiscono, che ne minacciano verso gli Usa a loro volta.
Sullo sfondo rimane uno sgradevole ritorno del clima di Guerra Fredda,x di Risiko troppo reale.
Non nella Yakuzia come nel tabellone del gioco da tavolo ma nell'Artico, terreno di contesa fra Russia e Usa, fra Passaggio a Nord-Est e Passaggio a Nord-Ovest; zona invivibile del mondo ma appetita e ricca, ricchissima. Ricchissima di terre rare, metalli  che sono risorse energetiche inestimabili, sulle quali la Russia da anni sta allungando le sue mani avvicinando trivellando per sé e l'amica Cina la preziosa fonte energetica.
Risisrse minerarie sulle quali dorme placida e immensa la Groenlandia ( territorio sotto l'egida danese quindi non indipendente, non libero) che deve fare i conti con le "sparate" espansionistiche di Donald Trump.
Il 25% delle risorse energetiche del mondo si trova lì, fra i ghiacci che si stanno ritirando.
E le potenze del mondo guardano, osservano, fra un aumento dei dazi che preoccupano non poco il mondo. Sulle guerre che sembrano non riuscire a trovare la fine.
Anno nuovo, problemi vecchi e nuovi. Purtroppo.
Un Risiko tutto nuovo che e' un po' Monopoly, che lascia nell'ombra l'unico vero paese che da tutte le situazioni in evoluzione nel mondo si trova lontano ma estremamente vicina: la Cina.

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