Londra, 2025

Europa, Francia e Gran Bretagna.
Qualcosa lo ha ottenuto lo sfortunato incontro di Washington fra Zelensky e Trump.
Una sia pur abbozzata unione fra gli stati dell'Unione Europea e della Gran Bretagna mai dai tempi della Brexit così vicina a Bruxelles.
È un'alleanza franco-britannica che chiede lo sforzo dei paesi definiti volenterosi (Macron ma anche Meloni che sta operando per ricucire più di tutti gli strappi creati in sole 48 ore) per cercare di uscire dal pantano ucraino-russo.
Dopo Washington si fa fatica a immaginare come l'Occidente possa muoversi in un simile quadro geopolitico con pazienza ed equilibrio.
Londra ha ospitato i paesi dell'Unione, il presidente ucraino Zelensky per mettere basi solide ad una pace duratura.
Pace che per vice del presidente Macron dovrebbe partire da una tregua a tempo, un mese, tempo necessario per fare lavorare a pieno regime le democrazie del mondo, già abbondantemente sotto stress dal nuovo avvento di Trump.
In Ucraina, nei territori non occupati dalla Russia, dovrebbe insediarsi una forza di peacekeeping composta da soldati dei paesi volenterosi. L'idea che parte dal francese Macron a questo punto sembra inevitabile ma lascia aperte le porte a più di un dubbio.
Che regole di ingaggio permetteranno alla forza di pace di operare?
Se, se ovviamente, verranno sottoposti ad un attacco possono intervenire come regolamento permette?
Gli Usa possono ancora garantire di essere un supporto reale in caso di attacco?
Tre dubbi forse semplici, forse ovvi ma che devono essere assolutamente studiati nei minimi dettagli perché fino a che l'Unione Europea non opterà per un inevitabile a questo punto riarmo delle singole forze di difesa appare impensabile lasciare gli Usa in un angolo.
Qualcosa il summit di Londra ha smesso, un primo vagito per una nuova Europa?



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