Safe, tregue e minerali

Volere che si voglia la pace.
Accordi, tregua, conferenze.
Avere le carte e i giochi di guerra.
In poche parole e righe il Trump pensiero sulla questione difficile, molto difficile, Ucraina - Russia.
Dopo i fuochi d'artificio post insediamento alla Casa Bianco, le telefonate a Mosca e non a Kiev, lo stop all intelligence alla stessa Kiev (senza la quale la difesa ucraina è cieca ed in difficoltà), gli schiaffi orali e il clima da bullismo nello Studio Ovale imposto al collega ucraino Zelensky.
Poi il clima si stempera, scende anzi un po' di tono conoscendo il tycoon americano, dopo un weekend di attacchi russi in Ucraina, un modo che non lascia spazio a dubbi sulle volontà di pace russe.
Russia che aumenta l'aggressione bellica sull'Ucraina in difficoltà approfittando del momento di confusione generale su tregue, pace e accordi. 
Sullo sfondo c'è la tecnologia militare americana che supporta Kiev, le basi americane di stanza in territorio ucraino, la connessione internet grazie a Starlink e a Musk che permette di tracciare, seguire i movimenti militari dei Russi.
C'è un post guerra da pianificare anche se non ha una data precisa, con l'ombra della Cina sullo sfondo, con i civili americani che si trasferiranno in Ucraina per estrarre le famose terre rare.
Uno zibaldone complicato, con mille sfaccettature altrettanto complicate che rendono nebulosa la pace.
Forse ora Trump appare più morbido ma ci ha abituati a voltafaccia repentini e duri.
Telefonerà ancora a Putin? Incontrerà nuovamente Zelensky? 
Si continuerà a morire nell'Ucraina occupata ed in guerra mentre a Riad, Arabia Saudita, si proverà a mettere su carte tutte le proposte di tregua fin'ora annunciate.
E l'Europa che fa? Oltre al riarmo, passo oggi obbligatorio per una difesa europea presente e futura, priorità assoluta (cit. Von Der Leyen), come si muoverà nel nuovo scenario geopolitico mondiale?

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