100 giorni.
I primi dal nuovo insediamento presidenziale.
Donald Trump traccia un primo sunto della sua presidenza dallo stato del Michigan, stato che viene da anni economicamente difficili, ancora di più oggi con il vortice di dazi, messi-tolti-ridotti in rapida successione.
La Golden Age americana promessa il giorno dell'insediamento a Washington registra un aumento della forbice sociale fra "ricchi e poveri" perché chi era ricco prima ora lo è di più (con alcune decisioni in tema di dazi sono al limite dell'insider trading) e chi era povero prima adesso lo è un po' di più.
E nel conto totale dei freddi dati dei primi 100 giorni Trump nell'enfasi della platea di Detroit dimentica le migliaia di persone tagliate da Musk nei primissimi giorni di amministrazione.
Dimentica che i suoi primi cento giorni sono i primi per un presidente americano con il segno meno davanti in merito alla percentuale di consenso. Un record a suo modo che farà sicuramente storcere il naso al tycoon.
Lo stesso tycoon dello slogan MAGA, che vuole riportare l'America al centro del mondo, che dimentica forse che a marzo la stessa America chiedeva ad altri paesi uova, si le uova, alimento centrale nella dieta a stelle e strisce, in quel marzo 2025 introvabili ed economicamente preziosi come lingotti d'oro.
Trump ha annunciato entusiasta di aver ridotto di percentuali incredibili il loro costo, non specificando dove per altri. Caso curioso, si, che però fa riflettere assieme agli alti e bassi che caratterizzano tutto il tema dazi.
Come si arriverà quindi ai prossimi cento giorni?
Senza uova e senza pancetta?
Quali sono le soluzioni plausibili?
Ad oggi appaiono tutte impossibili da trovare ma una, piccola, quasi da bar viene spontanea:
calmierare una situazione già complicata porterebbe ad una maggiore stabilità economica mondiale.
Questo si arriva a pensare da casa ovviamente, al netto del credo MAGA, rompendo un uovo mentre si prepara la colazione.
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