Qualcosa che non torna

Qualcosa ancora non torna in questo fine aprile 2025; qualcosa che non torna e che si perde fra mille parole apparentemente buttate al vento. Non dall'uomo comune, ovviamente.
E' arrivata la Pasqua, sia quella cristiana che quella ortodossa, data segnata a suo tempo in rosso sul calendario internazionale, data ostentata dalle diplomazie come data di Pace, in Ucraina come in Palestina.
Invece...
Invece è arrivata Pasqua e sono arrivati, continuati i bombardamenti sull'Ucraina e sulla Russia; stavolta i missili russi, i droni, sono arrivati su Kiev, la capitale ucraina dopo aver toccato parchi giochi e case. Anche Mosca non è rimasta indenne alla risposta di Kiev sia pure con le dovute differenze.
Continua quindi "l'Operazione Speciale" iniziata nel 2022, che ha però radici ben più lontane nel tempo, nonostante proclami occidentali e coalizioni volenterose pronte ad intervenire.
Le parole di Trump non sono mai sembrate convincenti fino in fondo, anzi sono sembrate forzate e lontane dal poter essere messe in pratica. Per tanti motivi; sociali, politici ed economici. Appare chiaro che l'Ucraina è appetibile sia per la Russia che per gli Usa per l'infinità di risorse minerarie che racchiude. Minerali che servono a tutte le parti in causa.
La Russia continua nella sua "Operazione" puntando sul mar Nero, il confine orientale del paese e il nucleare di Zaporizzja e Kiev sembra un pò più isolata di prima. Al comportamento altalenante degli Usa che sembra aiutare ma anche no, che usa solo il bastone e quasi mai la carota a seconda dei voleri del tycoon non corrisponde uno slancio in avanti dell'UE, dei volenterosi ancora fermi su bilanci e forze armate (argomento di sicuro appeal mediatico ma di non facile organizzazione, economica e militare).
Dopo Pasqua e la mini tregua di 30 ore il protagonista forte della situazione appare ancora Putin mentre l'ucraino Zelensky appare isolato come mai prima d'ora.
specie ora.
Ora che con la fine della Pasqua è tornato alla casa del padre Papa Francesco che fino all'ultimo, nel vero senso del termine, ha invocato una pace giusta, in Europa come in Medio Oriente. 
Medio Oriente che è tornato in fiamme, ma forse i bombardamenti non si sono mai fermati, senza pace a Gaza come in Libano e Siria con buona pace di tutti i protagonisti dei tavoli di pace.
I paesi arabi impegnati in lunghe trattative senza sbilanciarsi su posizioni più definite, gli Usa che propendono apertamente dalla parte di Israele e Netanyahu, l'Europa che tace anzi evita di parlare probabilmente per interessi ingenti con Israele.
Continuano i bombardamenti su scuole, su ospedali, sulle macerie che rimangono a Gaza e le tendopoli sulla Striscia.
Nonostante le parole del Papa le armi non hanno taciuto, anzi. Il fumo negli occhi di tregue ad ore ha fatto scordare Pasqua, il suo significato.
Non saranno giorni facili, di nuovo ed ancora.

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