Non è un discorso religioso, non ne so i capace perché ognuno la pensa come vuole però ho cinquant'anni, sono figlio di boom economico e crisi petrolifere, la Guerra Fredda, Chernobyl e l'82. Ecco, è una sensazione strana quella che provo stasera che è il 7 maggio 2025 mentre guardo la televisione all'ora di cena.
All'ora del telegiornale per l'esattezza che oggi è infinito perché oggi inizia il Conclave per eleggere il nuovo Papa.
No, non è un discorso religioso, io sono ateo pur partendo da una cristianità familiare (ognuno poi segue il proprio percorso liberamente) quanto una sottile emozione che mi prende osservando lo schermo questa sera.
La mia classe è il 1974 quindi di Papi ne ho vissuti cinque di cui almeno i primi due ho ricordi da libro di scuola (San Paolo VI e Beato Giovanni Paolo I), il terzo l'ho vissuto fino alla naturale conclusione del suo papato (San Giovanni Paolo II) e l'ho vissuto più come personaggio a 360° che come Pontefice. L'ho sempre percepito, tutti noi in realtà indifferentemente dall'età anagrafica, come una persona presente in ogni momento della giornata; TV, radio, giornali. E lo è stato davvero Personaggio, come tutti i grandi del mondo; ha vissuto, lui come noi, le rivoluzioni mondiali a cavallo fra i due secoli, ne è stato parte fondamentale ed è stato insomma inevitabile seguirlo sia pure con opinioni di fede diverse. Sul quarto pontificato, Benedetto XVI, è aumentato il distacco dalla Chiesa e con una certa difficoltà personale ho seguito l'opinione della Santa Sede (tornata secondo parere personale un passo più indietro rispetto al precedente Papa) sul'evolversi del mondo fino alle dimissioni. Si, dimissioni, che sono ammesse e consentite dal Diritto Canonico e nessuno o quasi lo intuiva. Dimissioni che con l'elezione successiva di Francesco, ecco il quinto Pontefice, hanno creato un precedente storico, la convivenza di due Pontefici; il Pontefice un carica e il Pontefice Emerito. Qualcosa di percepito come una anomalia storica dal mondo intero, anche da me.
Una anomalia che Francesco ha gestito come una nuova gestione della Chiesa.
E il mio quinto Pontefice è diventato un altro Personaggio di spicco nel mondo. Ha cambiato molte cose che nella Chiesa erano rimaste immobili nonostante tutto. L'ha resa vicina a tutti, in ogni situazione, attraversando crisi interne e mondiali. L'ha resa un punto di riferimento per chiunque, anche per chi la pensa diversamente. E l'ha pure trascinata nei grandi e piccoli eventi che hanno segnato il suo pontificato, non ultime le tante guerre che stanno ancora oggi tormentando il mondo: Africa, Ucraina, Gaza.
E pure il suo Pontificato è arrivato alla sua fine naturale.
E nell'anno del Giubileo, due eventi contemporanei che hanno prepotentemente messo al centro del mondo Roma e Piazza San Pietro.
E inevitabilmente tutto il processo per l'elezione del nuovo Pontefice attira cristiani e no per il secolare procedimento chiamato Conclave che lo caratterizza. E io mi ritrovo ad osservare quasi divertito una lunga inquadratura di un comignolo al tramonto su Roma ed un gabbiano che aspetta. Come me, come i centomila di San Pietro, e i milioni di telespettatori collegati in mondo visioni.
E pazienza se la prima fumata è nera e domani probabilmente l'attesa si replicherà.
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