Mai spostare lo sguardo dal ghiaccio.
Lo short track è la prova più veloce del pattinaggio su ghiaccio, su pista lunga 111,12 metri, lungo un ovale di ghiaccio. Bianco.
È una gara che prevede diverse distanza da coprire: 500, 1000 e 1500 metri dopo una partenza di massa degli atleti partecipanti, solitamente da 3 a 9.
È uno sport tipicamente invernale, lo è stato per anni, quasi un monopolio diviso a metà fra Canada e Stati Uniti con le piste in ghiaccio costruite all'interno del Madison Square Garden di New York già dagli anni '30. Negli anni a venire l'Isu, International Skating Union, ha ufficialmente addottato come disciplina lo short track. Il passaggio ad organizzare Campionati del Mondo e coppe è avvenuto in rapida successione nel ventennio dagli anni '60 agli anni '80. Proprio dal 1980 con l'edizione di Milano in Italia quindi si sono svolti i Mondiali.
Sulle piste di tutto il mondo nonostante la concorrenza di paesi emergenti come Ci a e Giappone il paese dominante è il Canada.
E lo sa anche Steven che di cognome fa Bradbury e vive a Camden, Australia. Antipodi del mondo, mondo lontano anni luce dagli sport invernali.
Steven si appassiona al pattinaggio, alle Olimpiadi invernali, si appassiona alla velocità sul ghiaccio. E ci si appassiona con successo. Ai Mondiali della disciplina fra il 1991 e il 1994 vince l'oro, l'argento e il bronzo, la carriera del biondo australiano lascia intravvedere un futuro rosso.
Mai spostare lo sguardo dal ghiaccio.
Perché il ghiaccio ti aiuta ma ti ostacola in egual misura.
Il ghiaccio tradisce Steven a Montreal durante le prove di una gara di Coppa del Mondo. Lo short track come detto prevede una partenza di massa, il contatto fisico può fare parte di uno scatto, del modo di affrontare una curva. Lo sa Steven e lo sanno i suoi avversari.
Lo sa anche il canadese Blackburn che si scontra con Bradbury in quella che sembra una normale caduta dopo un normale scontro.
L'attrezzatura del pattinatore comprende, dalla testa ai piedi, casco per proteggere il capo, guanti corazzati per proteggere gli arti superiori da ghiaccio e impatto con le lame dei pattini, tuta integrale exapounti pattini con lame. Appunto.
Mai spostare lo sguardo dal ghiaccio.
Blackburn e Bradbury si urtano, cadono in maniera piuttosto disordinata. Blackburn si rialza quasi subito, Steven no, rimane a terra e il ghiaccio si colora di rosso.
L'infortunio è tremendo: una delle lame del patti di Blackburn taglia l'arteria femorale di Steven. La perdita di sangue è copiosa, si stima in 4 litri. Soccorso tempestivamente saranno necessari 111 punti di sutura e 18 mesi di riabilitazione per ricominciare l'attività sportiva come prima.
Steven arriva dall'Australia, territorio lontano, con un micro cosmo particolare, la sua origine lo aiuta senza dubbio.
Ritorna sulle piste non senza difficoltà ma ce la fai. È di nuovo tempo di short track, partenze di massa.
Il destino però sembra divertirsi con Steven; lento ma inesorabile sembra voler togliere tutto quanto il ragazzo di Cadmen aveva guadagnato.
Nel 2000 il ghiaccio lo tradisce nuovamente, in un modo altrettanto drammatico: frattura del collo e stop forzato di sei settimane con l'ausilio del collare ortopedico.
L'obiettivo dei Giochi Olimpici di Salt Lake City del 2002 sembra allontanarsi ma Steven viene dall'Australia, è tenace, non molla e le Olimpiadi invernali del 2002 diventano realtà.
Disputerà la prova di short track nei 1000 metri.
La condizione fisica a causa dei duri infortuni degli anni precedenti sembra però fin da subito non ottimale e Steven supera con qualche difficoltà i turni iniziali. Addirittura non arriva l'eliminazione ai quarti di finale, arriva solo terzo e chiude così la sua esperienza ai Giochi Olimpici invernali.
Mai spostare lo sguardo dal ghiaccio.
A fine gara arriva la squalifica dell'atleta giunto secondo e Steven ottiene quindi a gara finita la qualificazione alle semifinali.
La semifinale di Steven Bradbury è complicata, è sottotono. Steven parte da sfavorito ma sa farsi trovare al posto giusto. Gli atleti davanti a lui cadono, vengono superati dall'australiano. Ancora una volta la qualificazione arriva a gara finita: arriva la squalifica per l'avversario che lo ha superato.
Steven da Cadmen si qualifica per la finale di short track il 16 febbraio 2002.
I favoriti per la medaglia d'oro sono atleti che vengono da Cina e Giappone, paesi che stanno soppiantando atleti di Canada e Stati Uniti, Li Jiajun e Ohno.
Il giorno della gara Steven osserva i suoi avversari, ripensa ai giochi, osserva i 111 metri della pista. Sistema sul capo il casco giallo, stringe bene i pattini ai piedi, uno stivaletto rosso ed uno blu.
Parte la gara, partenza di massa, una curva, la seconda, la punta delle dita ad ogni curva sfiora il ghiaccio. Steven è un difficoltà, forse la tensione, forse i due infortuni subiti pesano ancora sul suo fisico. Dopo i primi giri è ultimo, il gruppo di testa sembra inarrivabile.
Mai spostare lo sguardo dal ghiaccio.
Ultima curva, il gruppo di testa si compatta, stringe in curva, il ci esce Jiajun urta Ohno, cadono entrambi, trascinano anche il canadese Turcotte. Sono tutti a terra che irrealmente scivolano verso i bordi esterni della pista.
Steven Bradbury non ha staccato mai lo sguardo dal ghiaccio, non accelera nemmeno. Continua a pattinare verso il traguardo, allarga le braccia, osserva stupito, entusiasta, pubblico e tabellone che osservano a loro volta l'atleta australiano che rallenta quasi, si lascia scivolare sul ghiaccio verso il traguardo, verso la medaglia d'oro. A braccia allargate.
Gli avversari si rialzano in fretta per gli altri due posti sul podio: Ohno sarà argento, Turcotte bronzo.
Steven non ha mai spostato lo sguardo dal ghiaccio neppure quando il ghiaccio ha cercato di fermalo e lo ha messo alla prova.
Steven chiude la carriera con la medaglia d'oro dei Giochi di Salt Lake City e torna in Australia, agli antipodi del mondo.
Intraprenderà altre esperienze, commentatore televisivo, pulita di Formula Vee, le monoposto monomarca a ruote scoperte, più di ogni altra cosa, non toglie mai lo sguardo dal ghiaccio.
Lui lo sa.
Commenti
Posta un commento