Granita al caffè

Sabato pomeriggio di primavera, caldo alun po' anomalo è il momento buono per concedersi una pausa all'aria aperta nel momento preciso del break dal lavoro.
Esco, tavolino all'ombra nella piazza. È una scelta tattica, posto all'ombra, un filo d'aria, punto d'osservazione a 360° della stessa piazza.
Il caldo anomalo rischia di opprimere anche i pensieri più semplici e allora evito di scrivere, di mettere su carta qualche pensiero, meglio ordinare qualcosa di fresco e osservare questo scorcio di città che si muove, pranza con la pizza napoletana, occupa i gradini del palazzo comunale godendosi il gelato rigorosamente made in Italy e come me degusta una granita al caffè, fresca ma per questa volta senza la panna che è la prima della stagione. 
Osservo e ascolto; chi si lamenta delle carceri piene di extracomunitari travolgendo di parole i due commensali seduti allo stesso tavolo. C'è la coda alla gelateria all'angolo perché comunque la possiamo pensare noi italiano il gelato lo facciamo come nessuno altro. Ci sono comitive di arzilli anziani austriaci che avanzano in coda ordinata verso il museo sulla sommità della collina che domina la città, gruppetti di ragazzi e ragazze all'apparenza tutti uguali che quasi si confondono, famiglie di turisti che degustando cappuccino con ghiaccio che "vabbè a tutto c'è un limite però".
E ci sono io che osservo mentre assaporo ogni cucchiaino di granita al caffè finalmente senza altri pensieri per la testa.

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