In attesa

Alla fine il ruolo dell'Italia qual'è, quale sarà? Da oggi in poi, in quello che è un presente che cerca di strappare una pace con le unghie, una pace quasi impossible?
È una richiesta di pace a più voce, che si muove con treni speciali e chiamate in chat quasi fossero una call fra vecchi amici.
E l'Italia sembra sempre in attesa, in attesa che gli sviluppi siano favorevoli, in attesa forse per non agitare alleati, amici, vicini di casa che tutto sembrano. 
Maggio è stato un mese di grandi eventi, eventi unici e di grandi aspettative, speranze riposte al di là dell'Oceano, oltre Manica, nel cuore vecchio dell'Europa. Sempre osservando, fedeli alla linea difensiva che ci contraddistingue. 
C'è stato il tempo delle dichiarazioni, delle foto, attorno ad un tavolo e sotto le bandiere, delle strette di mano sempre in attesa di capire quale sedia occupare domani che sembra non finire mai ma che arriverà e rimane ancora da capire che portata avrà.
L'italia rimane in attesa quindi, che Trump chiami, che Putin risponda, che Zelensky si sposti, che papa Leone XIV ospiti, che l'Europa decide.
In attesa che nessuno più muoia soprattutto.
In attesa del nuovo scatto.

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