È una notte lunga, senza fine. Una notte che investe il giorno, ogni giorno, che ha occhi che attraversano un inferno quotidiano.
Una notte che riveste tutto di fiamme, dove tutto, proprio tutto, è obiettivo militare. Militare che può essere pretesto per bombardare. Bombardare senza tregua, senza scrupolo alcuno. Bombordare ogni giorno fino a che non ci sarà nulla più da bombardare. Nulla e nessuno più. Tutto diventa nel corso di questa lunga notte obiettivo militare; famiglie intere, bambini, scuole, ospedali. Nessun luogo sembra essere più sicuro a Gaza.
Servono ancora mille icone per smuovere la coscienza di Israele?
Sono per lo più madri che piangono, mogli, bambini rimasti soli. Soli. Fra le macerie.
E nel corso di questa lunga notte sono caduti palazzi e medici, scuole e insegnanti, giornalisti.
Immagini tremende, forti, pugni allo stomaco che hanno forse finalmente sconvolto il mondo, l'Europa.
La Germania che negli anni per storico senso di colpa mai ha criticato Israele ha detto "Basta!".
E "Basta!" deve essere immediato, subito. E ad armi ferme recuperare l'umanità che questa lunga notte sta trascinando lontano e pensare anche all'aspetto politico.
E quante piccole wada ancora cammineranno fra le fiamme?
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