Domenica 8 giugno 2025.
Turno di lavoro mattutino, turno elettorale per referendum appena prima di pranzo e poi relax, più o meno.
Decido per una domenica di sport, c'è una finale da guardare, un italiano da tifare.
Tennis, Parigi, terra rossa, Roland Garros, tempo di Slam.
Ci sta il divano, ci sta un po' di condizionatore acceso e perché no, un po' di penombra.
La cerimonia di apertura la salto, preparo un caffè un cucina e mi faccio trovare pronto per il primo servizio.
Erano anni che non vedevo gli atleti e le atlete azzurri così avanti nei tornei e nelle classifiche soprattutto. Il tennis l'ho vissuto fra pochi picchi di successo, lontano dai grandi tornei, senza fare venire meno però il tifo. Ci mancherebbe. Fortunatamente il vento è cambiato, quasi inaspettatamente, una generazione di ottimi atleti si è preparata ed è maturata al punto giusto per raccogliere giustamente i frutti di una scelta sportiva e di un lavoro federale che non lascia spazio a critiche.
Parigi quindi, in attesa dell'esito del referendum.
Jannik Sinner, numero uno del circuito, italiano, giovane, contro Carlos Alcaraz, spagnolo, numero due del mondo, giovane.
Una rivincita degli Internazionali di Roma, altra terra rossa, sconfitta col sorriso per Sinner.
Fa caldo anche con l'aria accesa, il ritmo dell'incontro non mi aiuta.
Il tricolore più di ogni altra cosa mi agita e vivo l'evento sportivo praticamente da dentro.
È un incontro epico, uno scontro ed un incontro fra due stili diversi, fra due atleti che data l'età replicheranno le gesta per altri dieci anni almeno. Due atleti che dopo l'epopea dei Magnifici tre, Federer-Nadal-Djokovic, assicura al tennis ancora spettacolo.
Parigi, però. L'essere italiano non aiuta Sinner e il pubblico di casa o quasi si schiera apertamente facilmente per lo spagnolo Alcaraz, per altro campione uscente.
Fischi, cori, tutto da casa si amplifica e ormai il divano è una dépendance dello Chatrier, lo stadio dove si sta giocando dalle 15.
È un incontro che sembra non poter finire, che sembra chiudersi quando invece si riapre. Un incontro di una sportività fra due atleti che si rispettano.
C'è meno rispetto da parte di una certa parte di pubblico ma l'italiano ha le spalle larghe per sopportarlo.
Il divano diventa tribuna, tavolo per la cena, torna divano infine. Dopo 5 ore e 29 minuti di "pallate" a tratti irreali.
Cade l'italiano mai così vicino al trionfo nella capitale francese, vince come a Roma lo spagnolo. Pazienza, lo spettacolo cui ho assistito ripaga appieno il tempo passato davanti la televisione. Un tennis di gran classe, dal grande futuro. La miglior risposta a tutto quel mondo federale e politico-sportivo eccessivamente chiuso davanti a progetti sul lungo periodo.
Sinner ed Alcatraz hanno davanti a loro molti anni di sfide bellissime cui far da spettatori.
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