Mi sto rendendo sempre più conto mio malgrado che viviamo un periodo storico buio, nero, doloroso.
Questo attuale sancisce la fine di un lungo dopoguerra, il periodo di tempo seguito alla fine della seconda guerra mondiale, in cui ci si era forse autoconvinti che fossero i giorni della pace duratura; opera di autoconvincimento forse solo Europea che per tanti anni ha guardato nei propri confini per convincersi che fossero giorni di pace, non volendo vedere i conflitti in Medio Oriente, Asia, Africa, dittature sudamericane, colpi di stato, guerre in sperdutevisole atlantiche. Neanche gli anni dolorosi delle guerre nei balcani (la dissoluzione in tanti stati di piccole e medie dimensioni dell'ex Jugoslavia dai primi anni '90 alla fine ufficiale nel 2001) hanno scosso l'Unione Europea dalla sua convinzione di essere in pace.
Una illusione che ha inevitabilmente lasciato spazio ad altri conflitti dapprima interni, classificati per praticità come atti terroristici, poi deflagrati in lunghi conflitti, tutt'ora in corso.
Ci si è illusi che Yalta fosse la fine, che Usa, Uras e Gran Bretagna avessero messo la parola fine ai giorni di guerra ed invece fu l'inizio dell'illusione.
Fu l'inizio di un percorso di divisione del planisfero, una divisione di stati facenti parte della propria sfera di interesse: la Gran Bretagna è tutt'ora un impero quindi con ingerenze ed interessi in ogni angolo del pianeta, gli Usa e l'Urss fecero un modo di diventare a loro volta imperi.
E le guerre continuaroni in parti di mondo lontane da Washington, Mosca, Londra ed Europa. Oltre i confini geografico-politici, oltre i muri della Cortina di ferro (limite invalicabile con cui si identificava l'Urss e i paesi posti sotto la sua sfera di interesse).
C'è stato un lungo periodo di forzata pace, un periodo appunto di illusioni e poca informazione forse che è deflagrato con la fine dell'impero Sovietico e la frammentazione degli stati balcanici.
Ci siamo ritrovati gioiosi nel nuovo millennio, cercando di scordare in fretta Iran, Iraq, ex Jugoslavia, Afghanistan, Vietnam, Falkland in ordine sia di importanza che temporale del tutto casuale. Cercando di portare con noi solo l'illusoria sensazione di vivere un periodo di pace.
Che ci ha presentato un conto enorme l'11 settembre 2001 con l'attentato alle torri gemelle di New York, il punto di origine dei conflitti ancora in corso in Medio Oriente ed Asia. Un'onda lunga ventennale ormai che ha cancellato Yalta, i sorrisi di pace, l'illusione di aver visto finire tutte le guerre del mondo.
Non siamo più in pace da tanti anni e non si vedono all'orizzonte figure diplomatiche di spicco capaci di intervenire senza enormi sforzi bellici capaci di produrre nuove e numerose morti.
E anche questo è un aspetto preoccupante dei nostri giorni.
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