Ha vinto il mare, l'astensione, una sorta di menefreghismo generalizzato per l'esercizio fondamentale di un nostro diritto.
E forse non è nemmeno solo un problema di destra o sinistra o sinistra o destra che si voglia dire.
L'essere rimasti abbondantemente sotto il quorum (50+1, ricordiamo) è una spia preoccupante della direzione che sta prendendo il paese.
Un quorum del 30% certificata in primis la disorganizzazione con cui si affrontano alcuni temi; questo dato evidente che racconta un assenteismo enorme replica il dato altrettanto enorme e preoccupante delle elezioni politiche di quasi tre anni fa, quelle che sancirono la vittoria del centrodestra.
Dati che evidentemente in questi anni almeno a sinistra non sono mai stati analizzati, studiato, forse capiti. Causa che evidentemente a destra hanno giustamente fatto. Le illusorie a questo punto vittorie delle recenti amministrative (una su tutte a Genova) aveva creato l'illusione di una nuova vittoria elettorale.
L'errore è credere che il referendum pesasse come giudizio per il governo Meloni; errore. Errore pensarlo e farlo credere. Errore buttare nello stesso calderone il "Si" referendario e le manifestazioni a favore di Gaza e della Palestina: un'unica cosa che così non era, non poteva esserlo.
Errore anche il silenzio da destra, l'invito ad andare al mare, in gita piuttosto che al seggio. Zero campagna elettorale per la maggioranza ma anche un zero in condotta perché fatichiamo a trovare un precedente così rumorosamente silenzioso nella storia della Repubblica.
Ed errore, più che enorme, l'assenza alle urne dei giovani i più coinvolti in ottica futura dai risultati dei quesiti referendari. Un'assenza preoccupante perché forse esula dal favore politico. È segnale di voglia di non impegnarsi, di non esporsi, di accettare passivamente quello che c'è, quale che dia la realtà delle cose.
E questo è un errore nostro, di chi ora ha fra i cinquanta e i sessant'anni e una posizione lavorativa e professionale relativamente tranquilla. Il non aver saputo migliorare, cambiare, qualcosa che si intuiva sarebbe stato dannoso.
Forse un po' di egoismo certo, forse una forma di pigrizia sociale. Forse non siamo riusciti a portare avanti un certo tipo di idee per le quali qualche battaglia si è fatto a tempo a fare.
Oggi non è così, abbiamo ritmi lenti e molto menefreghismo che si è rivelto dannoso. Sempre.
Il referendum e tutte le tavole rotonde e discussioni ad esso collegate si sono chiuse già nel primo pomeriggio di lunedì 9 gennaio a risultato acquisito.
Spiccano i dati sul quorum raggiunto solo in piccoli paesi e paesini e il fatto che i "No" alla cittadinanza dopo cinque anni avrebbero vinto.
E questa è un'altra spia preoccupante del Mood italiano odierno.
E dovrebbe fare riflettere.
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