Ti scrivo una lettera perché...

Nell'inizio del weekend che porta alla festa del 2 giugno, alla festa della Repubblica, leggo due notizie in sequenza, simili nel contenuto e nel significato. I governatori delle regioni Puglia ed Emilia-Romagna, in ordine cronologico, Emiliano e De Pascale hanno deciso di cessare ogni forma di rapporti e relazioni istituzionali con Tel Aviv e come recita la missiva letta dal governatore De Pascale, Emilia-Romagna, "anche con tutti i soggetti riconducibili al governo israeliano".
Il giorno prima è stato il governatore pugliese Emiliano ad esporsi con le stesse parole e modalità.
Una risposta indipendente delle regioni alla non azione del governo che di fronte alla violazione di tutti i diritti umani ed internazionali a Gaza non sembra volersi esprimere: una delle poche dichiarazioni in merito uscite dal governo è quella del ministro degli Esteri Tajani in cui si afferma che ogni decisione in tal senso spetta al governo.
Corretto per carità ma forse non più attuabile né credibile oggi.
È bene però fare chiarezza sulle dichiarazioni dei due governatori Emiliano e De Pascale. La loro iniziativa non va contro la comunità ebraica o il popolo israeliano tutt'altro. È una iniziativa contro il governo Netanyahu, contro l'Idf (forze governative) che ormai sparano ad alzo zero verso chiunque a scopo non sempre e non solo intimidatorio.
È iniziativa libera che deve a questo punto mettere pressione ad un governo troppo fermo, uno dei più fermi in Europa sul conflitto Israele-Hamas.
Che non dimentichiamolo quotidianamente ci regala immagini di vite spezzate, resse inumane per poco cibo, persone ingabbiate per una scatola di viveri, tremendo solo da pensare.
E contestualmente a ciò si muore sotto le macerie senza distinzione fra uomini, donne, anziani, bambini.
Ben vengano le iniziative come quelle prese dai due governatori. Ben venga una presa di posizione, un piccolo dissenso che sia un punto di inizio.
Che si l'input per la fine della guerra.

Commenti