Il mondo è una lattina

È una questione di dazi, di tasse e balzelli che entrano ed escono da tasche europee a tasche americane e forse ci sarà anche un percorso inverso ed avrà un nome epico, bazooka, che forse ricorda più un'azione bellica che una manovra economica.
Ma non è solo questione di dazi, è anche questione di missili, spediti, non spediti, in Germania, già in Ucraina e chi paga? 
Come nelle vecchie economie di paese italiane "segna che appena posso un po' alla volta saldo...". 
Ecco, il rapporto oggi come oggi fra gli Usa di Trump e l'UE di una Von Der Leyen quanto mai indebolita soprattutto all'interno dei confini del Vecchio Continente.
E poi è questione di linee telefoniche, di post sui social presidenziali, bombe intelligenti e governanti un po' meno.
Di crisi mediorientali che sembrano non finire mai e di bibite da richiedere con un botto e apposito e da richiedere con meno zucchero, quantomeno con zucchero vero.
E poi? Poi c'è da sperare che l'estate finisca, che il caldo si attenui, che si riesca a ragionare in modo più obiettivo. A ragionare quantomeno.
Noi italiani ci limitiamo ad osservare, a fare da spettatori passivi in attese delle ferie d'agosto, a mandare i coniugi in ferie e a farci fotografare davanti il plastico di un ponte che chissà se verrà.
Il mondo di oggi, quello in cui mi alzo e vado al lavoro come tutte le mattine mi sembra fragile come una lattina di alluminio.

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